Rifiuti, Amianto e sostanze pericolose

Rifiuti

Materiali prodotti secondariamente delle attività dell’uomo, fin da quando l’uomo esiste, e fin dai tempi più remoti valorizzati ed utilizzati per il contenuto di materia ed energia sfruttabile nei modi più diversi basti pensare alle deiezioni utilizzate quali fertilizzanti, alle cenere quali ammendanti, agli scarti alimentari quali mancini, ai residui di lavorazione per la produzione di energia e in generale agli scarti come nuove materia prime.
ERICA Ambiente Perugia rifiuti amianto e sostanze pericolose

Certo fintanto che i materiali erano più vicini alla loro origine naturale, anche gli scarti vi si identificavano più facilmente, creando impatti ambientali relativamente bassi. Quando però la tecnologia ha modificato i materiali, esaltandone le qualità tecnologiche, si è verificato un allontanamento dalla primitiva connotazione naturale. Passata l’era dell’inebriamento industriale, con il conseguente delirio di onnipotenza sul piano della sostenibilità ambientale, l’umanità si è finalmente resa conto di dover tornare a recitare un ruolo più integrato con la natura in cui vive, inserendosi nei cicli naturali senza depredare risorse e senza danneggiare l’ecosistema, rispettando gli equilibri.

Sostanze pericolose

Lo sviluppo tecnologico ha portato benessere e un miglioramento generalizzato della qualità della vita nei popoli tecnologicamente avanzati quale il nostro. Nel tempo però ci si è resi conto che materiali che presentavano notevoli pregi sul piano tecnologico erano anche forieri di pericoli non di poco conto, non accettabili per un uso quotidiano

È il caso ad esempio dei Poli Cloro Bifenili, additivi chimici che miglioravano notevolmente le qualità tecnologiche degli oli dielettrici, dell’amianto, materia prima di origine minerale con qualità isolanti eccezionali unite ad una lavorabilità altrettanto eccezionale, ai freon, gas contenenti cloro e fluoro dalle meravigliose qualità chimiche e chimico fisiche che li rendono utilissimi quali fluidi frigoriferi e sostanze estinguenti, ai solventi aromatici e clorurati che offrono qualità solventi e fluidificanti tali da risultare preziosi in innumerevoli cicli industriali. Tali qualità hanno portato ad una larghissima diffusione di tali materiali in tutti gli ambienti di vita e di lavoro.

Quando la ricerca ci ha mostrato il prezzo che deve essere pagato per un utilizzo incauto di queste risorse, ci si è resi conto di dover regolamentare le attività che prevedono l’utilizzo o la produzione o la semplice manutenzione di tali materiali. Ne sono nate quindi le normative specifiche che regolamentano l’uso e la presenza di amianto, di freon, ecc. e le regolamentazioni più generali per la gestione del rischio, quali il GHS (Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals) nato a seguito della Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992 da cui a livello europeo sono discese le regolamentazioni di attuazione REACH e CLP, rispettivamente “Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals” e “Classification, Labelling and Packaging”.

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